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Discepola del Santo Emiliani
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Voglio farmi santo!
La data di culto per la Chiesa universale è il 9 Marzo,
mentre la Famiglia Salesiana lo celebra il 6 maggio
O amabile San Domenico Savio,
che nella tua breve vita di adolescente
fosti mirabile esempio di virtù cristiane,
insegnaci ad amare Gesù col tuo fervore,
la Vergine Santa con la tua purezza,
le anime con il tuo zelo;
e fa che, imitandoti nel proposito di farci santi,
sappiamo come te preferire la morte al peccato,
per poterti raggiungere nell'eterna felicità del Cielo.
Così sia!
Pater, Ave e Gloria
6 maggio - Albino festeggia la beata Pierina Morosini, la giovane di Fiobbio, beatificata da Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1987, morta a soli 26 anni.
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Tre Santi e tre Beati, sette Venerabili
Beato Mario Borzaga, sacerdote. martire OMI |
La prossima canonizzazione quella del Beato Junípero (al secolo: Michele Giuseppe Serra), Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori; nato a Petra (Spagna) il 24 novembre 1713 e morto a Monterrey (Stati Uniti d’America) il 28 agosto 1784.
A cui fanno seguito quelle dei Beati:
- un miracolo, attribuito all'intercessione del Beato Vincenzo Grossi, Sacerdote diocesano e Fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio; nato a Pizzighettone (Italia) il 9 marzo 1845 e morto a Vicobellignano (Italia) il 7 novembre 1917;
- un miracolo, attribuito all'intercessione della Beata Maria dell’Immacolata Concezione (al secolo: Maria Isabella Salvat Romero), Superiora Generale delle Suore della Compagnia della Croce; nata a Madrid (Spagna) il 20 febbraio 1926 e morta a Sevilla (Spagna) il 31 ottobre 1998;
Tra i prossimi Beati:
- un miracolo, attribuito all'intercessione del Venerabile Servo di Dio Giacomo Abbondo, Sacerdote diocesano; nato a Salomino (Italia) il 27 agosto 1720 e morto a Tronzano (Italia) il 9 febbraio 1788;- il martirio dei Servi di Dio Mario Borzaga, Sacerdote professo della Congregazione dei Missionari Oblati della Beata Maria Vergine Immacolata, e Paolo Thoj Xyooj, Laico Catechista, uccisi in odio alla Fede in Laos nel mese di aprile del 1960;
Infine i Venerabili:
- le virtù eroiche del Servo di Dio Giacinto Vera, Vescovo di Montevideo; nato al largo dell’Oceano Atlantico il 3 luglio 1813 e morto a Pan de Azúcar (Uruguay) il 6 maggio 1881;- le virtù eroiche del Servo di Dio Antonio Antić, Sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori; nato a Prvić-Šepurine (Croazia) il 16 aprile 1893 e morto a Zagabria (Croazia) il 4 marzo 1965;
- le virtù eroiche della Serva di Dio Brigida Maria Postorino, Fondatrice dell’Istituto delle Figlie di Maria Immacolata; nata a Catona di Reggio Calabria (Italia) il 19 novembre 1865 e morta a Frascati (Italia) il 30 marzo 1960;
- le virtù eroiche della Serva di Dio Raffaela Maria di Gesù Ostia (al secolo: Raffaela Martínez-Cañavate Ballesteros), Monaca professa dell’Ordine delle Cappuccine di Santa Chiara; nata a Maracena (Spagna) il 31 marzo 1915 e morta a Chauchina (Spagna) il 29 maggio 1991;
In particolari tra i Venerabili, tre sposati, di cui due sposi:
- le virtù eroiche del Servo di Dio Sergio Bernardini, Laico e Padre di famiglia; nato a Sassoguidano (Italia) il 20 maggio 1882 e morto a Verica (Italia) il 12 ottobre 1966;
- le virtù eroiche della Serva di Dio Domenica Bedonni in Bernardini, Laica, Vedova e Madre di famiglia; nata a Verica (Italia) il 12 aprile 1889 e morta a Modena (Italia) il 27 febbraio 1971;
- le virtù eroiche della Serva di Dio Giulia Colbert in Falletti di Barolo, Laica, Vedova e Fondatrice della Congregazione delle Figlie di Gesù Buon Pastore; nata a Maulévrier (Francia) il 26 giugno 1786 e morta a Torino (Italia) il 19 gennaio 1864.
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Mercoledì della VI settimana di Pasqua
Paolo, in piedi in mezzo all’Areòpago
Qui l’Apostolo delle genti compie il profondo e famoso discorso ai pagani sul Dio ignoto
Qui però Paolo assapora l’amarezza del rifiuto, quando dopo aver parlato il linguaggio dei greci, pone il centro rivelazione cristiana: la risurrezione di Gesù.
Un passo della fede che blocca la conversione, se non quella di poche persone, tra cui Dionigi e Dàmaris.
Viene spontanea la domanda: ma io fondo la mia fede sulla buona notizia che Gesù è morto e risorto?
Forse gli ateniesi con erano ancora capaci di accogliere fino in fondo la profondità e la grandezza del messaggio cristiano.
Dice Gesù. (ho) Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Invochiamo allora il dono dello Spirito per mezzo di Maria, perché spalanchi a noi la porta della conoscenza del Signore, apra il nostro cuore e la nostra mente a tutta la verità dandoci la capacità di accoglierla nella sua totalità. Amen.
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Santi per il 2015
Canonizzazione il 17 maggio in piazza San Pietro
- Beata Giovanna Emilia De Villeneuve, Fondatrice della Congregazione delle Suore dell'Immacolata Concezione di Castres; nata a Toulouse (Francia) il 9 marzo 1811 e morta a Castres (Francia) il 2 ottobre 1854;
- Beata Maria Alfonsina Danil Ghattas, Fondatrice della Congregazione delle Suore del Santissimo Rosario di Gerusalemme; nata a Gerusalemme il 4 ottobre 1843 e morta ad Ain Karem il 25 marzo 1927;
- Beata Maria di Gesù Crocifisso (al secolo: Maria Baouardy), Monaca professa dell'Ordine dei Carmelitani Scalzi; nata ad Abellin in Galilea il 5 gennaio 1846 e morta a Betlemme il 26 agosto 1878;
-Beata Maria Cristina dell’Immacolata Concezione (al secolo: Adelaide Brando), Fondatrice della Congregazione delle Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato; nata a Napoli (Italia) il 1° maggio 1856 e morta a Casoria (Italia) il 20 gennaio 1906;
Canonizzazione il 23 settembre in Washington, D.C. (USA)
- BeatoJunípero (al secolo: Michele Giuseppe Serra), Sacerdote professo dell'Ordine dei Frati Minori; nato a Petra (Spagna) il 24 novembre 1713 e morto a Monterrey (Stati Uniti d’America) il 28 agosto 1784.
Canonizzazione in ottobre (Sinodo dei Vescovi sulla famiglia) in piazza San Pietro (?)
- Beati coniugi Lodovico Martin, laico e padre di famiglia; nato a Bordeaux il 22 agosto 1823 e morto ad Arnières il 29 luglio 1894, e Maria Zelia Guérin in Martin, laica e madre di famiglia; nata a Saint-Denis-Sarthon il 23 dicembre 1831 e morta ad Alençon il 28 agosto 1877.
Canonizzazione in novembre (Cristo Re) in piazza San Pietro (?)
- Beato Vincenzo Grossi, Sacerdote diocesano e Fondatore dell’Istituto delle Figlie dell’Oratorio; nato a Pizzighettone (Italia) il 9 marzo 1845 e morto a Vicobellignano (Italia) il 7 novembre 1917;
- Beata Maria dell’Immacolata Concezione (al secolo: Maria Isabella Salvat Romero), Superiora Generale delle Suore della Compagnia della Croce; nata a Madrid (Spagna) il 20 febbraio 1926 e morta a Sevilla (Spagna) il 31 ottobre 1998;
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San Gaudenzo (Gaudenzio) dall'Emilia alla Basilicata
San Gaudenzio Vescovo Martire Patrono di Ostra (AN) |
Come è arrivato il culto del Santo riminese in Basilicata? Nel 1702 il Cardinal Gaspare di Carpegna fece dono a don Giuseppe Del Mastro di Garaguso di un “osso sacro crurale”. Nel 1794 il vescovo di Tricarico, Pinto Fortunato, donò alla chiesa di Garaguso anche il braccio di San Gaudenzio e, a partire dal 1870, per decreto di Papa Pio IX, il vescovo di Rimini, Gaudenzio, divenne quindi il Patrono anche di Garaguso, ove le sue reliquie sono gelosamente conservate ancora oggi, nella Chiesa Madre dedicata a San Nicola di Myra.
La festa liturgica di San Gaudenzio, in memoria del suo dies natalis, nel tempo dal 14 ottobre è stata anticipata al 24 settembre, essendo i garagusani, nei giorni intorno al 14 ottobre, occupati nella semina.
Da una ventina d’anni si è deciso di anticipare ulteriormente la festa patronale al 14 agosto poiché, tornando in quel periodo in paese molti emigranti, si è ritenuto che la festa di San Gaudenzio fosse l’occasione migliore per raccogliersi attorno al Patrono. Questa motivazione è il giusto criterio pastorale per molti spostamenti o sdoppiamenti di feste patronali.
La preghiera di invocazione che il popolo di Garaguso rivolge in segno di devozione al Santo Patrono fu scritta dal Servo di Dio Raffaello Delle Nocche (vescovo di Tricarico dal 1922 al 1960):
“Glorioso San Gaudenzio, insigne patrocinatore della più bella gloria di Cristo, che imperterrito lottaste contro la perfidia Ariana, ed anziché cedere alla tirannia dei nemici della fede, impavido soffriste l’esilio ed affrontaste il patibolo morendo trucidato, infondete in noi tale fermezza di carattere perché ci dichiariamo pronti a perdere tutto piuttosto che tradire la nostra fede cattolica.
Voi siete il nostro protettore ed a voi ricorriamo; a Voi affidiamo la nostra anima e le nostre sostanze, difendeteci dai nemici interni ed esterni; benedite il nostro paese ed allontanate da esso qualunque calamita, epidemie e dolore, affinché sul Vostro esempio e da Voi sorretti possiamo servire in vita il Signore ed un giorno venire a godere con Voi l’eterna gloria del Paradiso. Così sia.”
San Gaudenzio Vescovo Martire Patrono di Garaguso (MT) |
CHI È SAN GAUDENZIO O GAUDENZO DI RIMINI?
Nato ad Efeso in una famiglia cristiana e benestante, che gli consentì una valida educazione, dopo l'uccisione dei genitori per mano dei Manichei raggiunse Roma, dove fu battezzato e poi ordinato sacerdote e consacrato vescovo. Fu inviato a Rimini dove si oppose ai culti pagani. Nel 359 partecipò al concilio di Rimini indetto dall'imperatore Costanzo II con lo scopo di condannare Ario. Terminato il concilio, Gaudenzio con altri diciassette vescovi si ritirò in una piccola cittadina vicina che fu chiamata La Cattolica. Una volta rientrato a Rimini continuò ad attaccare le posizioni ariane. Fu arrestato, strappato dalle mani dei giudici e linciato dai seguaci di Ario il 14 ottobre 360.
beata Teodolinda regina icona di Iure Brasoveanu, ottobre 2012 |
Secondo la tradizione, nel 590, la regina longobarda Teodolinda (beata), non ritenendo sicure le spoglie del santo a causa delle scorrerie dei Barbari, le fece traslare da Rimini a Senigallia. Da lì furono in seguito trasferite nella vicina Ostra, dove attualmente si trovano. A Rimini è invece conservata la reliquia del cranio, a Garaguso (MT) alcuni frammenti di ossa delle braccia.
San Gaudenzio Vescovo Martire Patrono di Morro d'Alba (AN) |
Questa traslazione spiega il culto del santo riminese nella regione Marche a cui è intitolata la parrocchia di Morro d’Alba in provincia di Ancona.
Durante il suo episcopato ordinò diacono Marino, il santo fondatore della vicina Repubblica.San Gaudenzio Vescovo Martire Patrono di Morro d'Alba (AN) |
Il Martirologio Romano, lo ricorda il 14 ottobre: "A Rimini, san Gaudenzio, che si ritiene sia stato, in tempo di persecuzione, il primo vescovo di questa città".
FONTI e BIBLIOGRAFIA
* Grenci Damiano Marco – archivio agiografico e iconografico, 1977 -2015* sito web di chiamamicitta.net
* sito web di nobell.it
* sito web di web.mclink.it (Parrocchia di S. Croce in Ostra)
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Dopo 25 anni ...
Oggi è il 25° anniversario della beatificazione di Pier Giorgio Frassati, il cui sacro corpo riposa nel Duomo di Torino.
Mi domando se la santità di questo giovane è arrivata al cuore del popolo di Dio. Forse grazie alla GMG e a qualche sacerdote il beato è conosciuto a livello giovanile, ma per il resto credo non molto. Eppure meriterebbe.
BEATIFICAZIONE DI PIER GIORGIO FRASSATI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Domenica, 20 maggio 1990
“Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore . . . Lo Spirito di verità” (Gv 14, 15).
1. Nel tempo pasquale, a mano a mano che ci avviciniamo alla Pentecoste, queste parole diventano sempre più attuali. Sono state pronunziate nel cenacolo da Gesù, il giorno prima della passione, mentre si congedava dagli apostoli. La sua partenza - la partenza dell’amato Maestro mediante la morte e la risurrezione - apre la via a un altro Consolatore. Verrà il Paraclito: verrà, grazie proprio alla dipartita redentrice di Cristo, che rende possibile e inaugura la nuova presenza misericordiosa di Dio fra gli uomini. Lo Spirito di Verità, che il mondo non vede e non conosce, si fa, invece, conoscere dagli apostoli, “perché dimorerà presso di loro e in loro opererà” (Gv 14, 17). E di ciò, il giorno della Pentecoste, tutti diverranno testimoni.
2. La Pentecoste, tuttavia, è solo l’inizio, poiché lo Spirito di Verità viene per rimanere con la Chiesa “per sempre”, nell’incessante rinnovarsi delle generazioni future. E allora non solo agli uomini del suo tempo, ma a tutti noi e ai nostri contemporanei si rivolgono le parole dell’apostolo Pietro: “Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi” (1 Pt 3, 15).
Nel nostro secolo, Pier Giorgio Frassati, che a nome della Chiesa oggi ho la gioia di proclamare beato, ha incarnato nella propria vita queste parole di san Pietro. La potenza dello Spirito di verità, unito a Cristo, lo ha reso moderno testimone della speranza, che scaturisce dal Vangelo, e della grazia di salvezza operante nel cuore dell’uomo. È diventato, così, il testimone vivo e il difensore coraggioso di questa speranza a nome dei giovani cristiani del secolo ventesimo.
3. La fede e la carità, vere forze motrici della sua esistenza, lo resero attivo e operoso nell’ambiente in cui visse, in famiglia e nella scuola, nell’università e nella società; lo trasformarono in gioioso ed entusiasta apostolo di Cristo, in appassionato seguace del suo messaggio e della sua carità.
Il segreto del suo zelo apostolico e della sua santità, è da ricercare nell’itinerario ascetico e spirituale da lui percorso; nella preghiera, nella perseverante adorazione, anche notturna, del Santissimo Sacramento, nella sua sete della parola di Dio, scrutata nei testi biblici; nella serena accettazione delle difficoltà della vita anche familiari; nella castità vissuta come disciplina ilare e senza compromessi; nella predilezione quotidiana per il silenzio e la “normalità” dell’esistenza.
È proprio in questi fattori che ci è dato scoprire la sorgente profonda della sua vitalità spirituale. Infatti, è attraverso l’Eucaristia che Cristo comunica il suo Spirito; è attraverso l’ascolto della sua parola che cresce la disponibilità ad accogliere gli altri, ed è pure attraverso l’abbandono orante nella volontà di Dio che maturano le grandi decisioni della vita. Solo adorando Dio presente nel proprio cuore, il battezzato può rispondere a chi “domandi ragione della speranza” che è in lui. E il giovane Frassati lo sa, lo sperimenta, lo vive. Nella sua esistenza la fede si fonde con la carità: saldo nella fede e fattivo nella carità, poiché la fede senza le opere è morta.
4. Certo, a uno sguardo superficiale, lo stile di Pier Giorgio Frassati, un giovane moderno pieno di vita, non presenta granché di straordinario. Ma proprio questa è l’originalità della sua virtù, che invita a riflettere e che spinge all’imitazione. In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si fondono armonicamente, tanto che l’adesione al Vangelo si traduce in attenzione amorosa ai poveri e ai bisognosi, in un crescendo continuo sino agli ultimi giorni della malattia che lo porterà alla morte. Il gusto del bello e dell’arte, la passione per lo sport e per la montagna, l’attenzione ai problemi della società non gli impediscono il rapporto costante con l’Assoluto.
Tutta immersa nel mistero di Dio e tutta dedita al costante servizio del prossimo: così si può riassumere la sua giornata terrena! La sua vocazione di laico cristiano si realizzava nei suoi molteplici impegni associativi e politici, in una società in fermento, indifferente e talora ostile alla Chiesa. Con questo spirito Pier Giorgio seppe dare impulso ai vari movimenti cattolici, ai quali aderì con entusiasmo, ma soprattutto all’Azione Cattolica, oltre che alla FUCI, in cui trovò vera palestra di formazione cristiana e campi propizi per il suo apostolato. Nell’Azione Cattolica egli visse la vocazione cristiana con letizia e fierezza e s’impegnò ad amare Gesù e a scorgere in lui i fratelli che incontrava nel suo sentiero o che cercava nei luoghi della sofferenza, dell’emarginazione e dell’abbandono per far sentire loro il calore della sua umana solidarietà e il conforto soprannaturale della fede in Cristo.
Morì giovane, al termine di un’esistenza breve, ma straordinariamente ricca di frutti spirituali, avviandosi “alla vera patria a cantare le lodi a Dio”.
5. L’odierna celebrazione invita tutti noi ad accogliere il messaggio che Pier Giorgio Frassati trasmette agli uomini del nostro tempo, soprattutto a voi, giovani, desiderosi di offrire un concreto contributo di rinnovamento spirituale a questo nostro mondo, che talora sembra sfaldarsi e languire per mancanza di ideali.
Egli proclama, con il suo esempio, che è “beata” la vita condotta nello Spirito di Cristo, Spirito delle Beatitudini, e che soltanto colui che diventa “uomo delle Beatitudini” riesce a comunicare ai fratelli l’amore e la pace. Ripete che vale veramente la pena sacrificare tutto per servire il Signore. Testimonia che la santità è possibile per tutti e che solo la rivoluzione della carità può accendere nel cuore degli uomini la speranza di un futuro migliore.
6. Sì, “stupende sono le opere del Signore . . . Acclamate a Dio da tutta la terra” (Sal 66, 1-3). I versetti del Salmo, che risuonano nella liturgia dell’odierna domenica, sono come un’eco viva dell’anima del giovane Frassati. È noto, infatti, quanto egli abbia amato il mondo creato da Dio!
“Venite a vedere le opere di Dio”: anche questo è un invito che si raccoglie dalla sua giovane anima e si rivolge in modo particolare ai giovani.
“Mirabile Dio nel suo agire sugli uomini” (Sal 66, 5). Mirabile il suo agire per gli uomini! Occorre che gli occhi umani - occhi giovani, occhi sensibili - sappiano ammirare le opere di Dio, nel mondo esterno e visibile. Occorre che gli occhi dell’anima sappiano volgersi da questo mondo esterno e visibile a quello interno e invisibile: e così possano svelare all’uomo quelle dimensioni dello spirito nelle quali si riflette la luce del Verbo che illumina ogni uomo. In questa luce opera lo Spirito di verità.
7. Ecco l’uomo “interiore”! E tale ci appare Pier Giorgio Frassati. Difatti, tutta la sua vita sembra riassumere le parole di Cristo che troviamo nel Vangelo di Giovanni: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui” (Gv 14, 23).
Egli è l’uomo “interiore” amato dal Padre, perché molto ha amato! Egli è anche l’uomo del nostro secolo, l’uomo moderno, l’uomo che ha tanto amato! Non è forse l’amore la cosa più necessaria al nostro XX secolo, al suo inizio come alla sua fine? Non è forse vero che soltanto ciò resta, senza mai perdere la sua validità: il fatto che “ha amato”?
8. Egli se ne è andato giovane da questo mondo, ma ha lasciato un segno nell’intero secolo, e non soltanto in questo nostro secolo. Egli se ne è andato da questo mondo, ma, nella potenza pasquale del suo Battesimo, può ripetere a tutti, in particolar modo alle giovani generazioni di oggi e di domani: “Voi mi vedrete, perché io vivo, e voi vivrete!” (Gv 14, 19).
Queste parole furono pronunciate da Gesù Cristo, mentre si congedava dagli apostoli, prima di affrontare la passione. Mi piace raccoglierle dalla bocca stessa del novello beato, quale suadente invito a vivere di Cristo, in Cristo. Ed è invito valido tuttora, valido anche oggi, soprattutto per i giovani di oggi. Valido per tutti noi. Invito valido che ci ha lasciato Pier Giorgio Frassati. Amen.
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Quarto giorno di vita ....
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Un bel libro ...
È un uscito da non molto un nuovo libro su San Maurizio martire tebeo. È edito ne “I quaderni di Castelnuovo”… di Ceva.
Ecco due statua generiche di un soldato martire che in un caso è Defendente, compagno di martirio di Maurizio, nell’altro è Lui medesimo.
San Maurizio martire tebeo patrono di S. Maurizio al Lambro frazione di Cologno Monzese (MI) |
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Venerdì della VIII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
memoria Santi Martiri Sisinio, Martirio e Alessandro e del vescovo Vigilio
Così canta l’inno di Mameli, l’inno nazionale italiano.
Un inno che come abbiamo ascoltato dalla prima lettura fa “l’elogio di uomini illustri, dei padri nostri nelle loro generazioni”.
Perché citare oggi l’inno? Forse per il 31 ci sono le regionali? No.
L’inno riporta la parola Legnano, città italiana, dove i comuni dell’Italia settentrionale, sotto la bandire del papa Alessandro III e con il vessillo della croce, sconfissero l’egemonia del imperiale che aveva saccheggiato e distrutto le città.
La battaglia di Legnano, quella decisiva, avvenne il 29 maggio 1176.
Le genti lombarde attribuiscono la vittoria di Legnano ai Santi Martiri che oggi celebriamo.
Si narra infatti che nel giorno dello scontro tra le milizie milanesi e quelle del Barbarossa, tre colombe uscirono dalla chiesa di San Simpliciano, dove sono custodite le loro reliquie, e andarono a posarsi sulla croce del Carroccio rimanendovi fino al termine della battaglia.
Storia o leggenda, certo quel 29 maggio cambiò la storia.
Chi sono i Santi Martiri che ricordiamo oggi?
Come dice la prima lettura:
furono uomini di fede, e le loro opere giuste non sono dimenticate
I Martiri Sisinio, Martirio e Alessandro erano nati in Cappadocia e, ancora giovinetti nel IV secolo vennero mandati a Milano per essere istruiti nella fede dal vescovo sant'Ambrogio. Attratti dall'ideale missionario furono inviati al vescovo di Trento, san Vigilio che li destinò nel 387 ad evangelizzare l'antica regione dell'Anaunia, l'odierna Valle di Non. Dopo dieci anni a servizio della gente della valle, il 29 maggio del 397, furono trucidati durante una festa pagana agreste nella località di Mecla, oggi Sanzeno. Nella località è stata eretta una basilica a loro dedicata. Il vescovo Vigilio racconto l’evento inviando, al vescovo di Milano Simpliciano e al vescovo di Costantinopoli, Giovanni Crisostomo, una lettera e alcune reliquie dei tre martiri. A Milano le reliquie sono custodite nella chiesa di San Simpliciano.
Dice ancora Siracide: Nella loro discendenza dimora una preziosa eredità.
Noi siamo l’eredità dei Santi Martiri … come dice Siracide, noi siamo i loro posteri.
Conclude la prima lettura:
La loro discendenza resta fedele alle alleanze e grazie a loro anche i loro figli. Per sempre rimarrà la loro discendenza e la loro gloria non sarà offuscata.
Santi Martiri, intercedete per noi, affinché l’Italia rimanga fedele nella fedeltà del Signore Gesù, per il cui nome avete dato la vita.
Santi Martiri, la nostra vita sia testimonianza al Vangelo così che il Vangelo di Cristo risuoni in eterno. Amen.
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Diciasette giorni dopo ...
Questi sono, e sono stati, i criceti dal 1999 al 2015
Diomede & BIANCA
da cui:
6 cuccioli
(MICHAELI° e Felipe)
Michael I°& Kinga
da cui:
8 cuccioli
(Edvige, Eliseo)
Edvige& Eliseo
da cui:
3 cuccioli
(Mesia, PETRA, Bianca J.)
Petra&Taddeo
da cui:
GIOVANNI I° (Giò)
GIOVANNI I° (Giò) & Antonina I° (Nina)
da cui:
3 cuccioli (29 settembre 2003) - (MICHAEL II.; Raffaello, Edith)
8 cuccioli (17 dicembre 2003)
(Jolanda)
6 cuccioli (3 maggio 2004)
Michael ii& Panacea I°
da cui:
12 cuccioli (16 giugno 2004) – BENEDETTO
BENEDETTO& + Neomilla (anno 2005)
BENEDETTO (+ ottobre 2006) & Petra Pierina (anno 2006, + novembre 2006)
da cui:
1 cucciolo
CAROLINA CLOTILDE I°(3 giugno 2006)
CAROLINA CLOTILDE I° ( + gennaio 2008) & Ruffillo (a pelo lungo, marzo 2007)
da cui:
1 cucciolo
BASILIO I° GORDIO(gennaio 2008)
BASILIO I° GORDIO& Maria Tecla I° (Apr. 2008)
da cui:
23 giugno 2008
7 CUCCIOLI (tutti morti)
poi:
18 agosto 2008
7 CUCCIOLI (Magdala, Elisabetta detta Sissy, Adelaide detta HEIDI EUFEMIA I°, Mirco, Ludovico, e Totò)
HEIDI EUFEMIA I°& Pierpaolo Sostene (5 MARZO 2009)
16 MAGGIO 2009
5 cuccioli (UBALDO, Gemma, Isidoro, Simonino e Antonia Tecla)
UBALDO– Maura (2011)
5 giugno 2011
sono nati i cuccioli.
Petronilla,
Gerardo, Marcellino e Innocenzo, Guglielmo ; Tecla II°; Adelaide (HEIDI II°),
Carolina II°; Eufemia II °
PETRONILLA - Sebastiano (2011) (
22 maggio 2013)
2 OTTOBRE 2011
sono nati i cuccioli
Eleuterio Angelo, Elia Angelo (
gennaio 2014); Giovanni II ; Panacea II°; Guadalupe
Giovanni ii Angelo – Eufemia II° (
maggio 2013)
4 giugno 2012
sono nati 3 cuccioli:
Ciriaco Basilio,
Beatrice Federica,
Camilla Livia
12 febbraio 2013– gravidanza non andata a buon fine (muore per il parto
maggio 2013)
14 febbraio 2013
sono nati 3 cuccioli
Petronilla II (
marzo 2013); Valentina († 11 giugno 2014); Giovanni III (
maggio 2013)
VALENTINA – Guglielmo(† 17 febbraio 2014)
19 settembre 2013
sono nati 7 cuccioli:
FRANJO; Basilio II° Michele; Gennaro; Costantino († dicembre 2013)
Peleo († gennaio 2014); Petronilla III; Eufemia III * 18 maggio 2015 - 10 cuccioli
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Decreti... 4 Venerabile e 39 Beati
- il miracolo, attribuito all’intercessione del Venerabile Servo di Dio Francesco di Paola Victor, Sacerdote diocesano; nato a Campanha (Brasile) il 12 aprile 1827 e morto a Três Pontas (Brasile) il 23 settembre 1905;
- il miracolo, attribuito all’intercessione della Venerabile Serva di Dio Clara (al secolo: Ludovica Szczęsna), Cofondatrice della Congregazione de lle Ancelle del Sacratissimo Cuore di Gesù; nata a Cieszki (Polonia) il 18 luglio 1863 e morta a Cracovia (Polonia) il 7 febbraio 1916;
- il martirio dei Servi di Dio Federico da Berga (al secolo: Martí Tarrés Paigpelat) e 25 Compagni, Sacerdoti e Fratelli Laici dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini; uccisi, in odio alla Fede, nel 1936 durante la guerra civile spagnola;
- il martirio dei Servi di Dio Giuseppe Thao Tiên, Sacerdote diocesano, e 10 Compagni, Sacerdoti professi della Società delle Missioni Estere di Parigi e della Congregazione dei Missionari Oblati della Beata Maria Vergine Immacolata, nonché 4 Compagni, Laici; uccisi, in odio alla Fede, tra il 1954 e il 1970 nel Laos;
-le virtù eroiche del Servo di Dio Antonio Celona, Sacerdote diocesano, Fondatore della Congregazione delle Suore Ancelle Riparatrici del Sacro Cuore di Gesù; nato a Ganzirri (Italia) il 13 aprile 1873 ed ivi morto il 1 5 ottobre 1952;
-le virtù eroiche del Servo di Dio Ottorino Zanon, Sacerdote Fondatore della Congregazione della Pia Società di San Gaetano; nato ad Anconetta (Italia) il 9 agosto 1915 e morto a Brescia (Italia) il 14 settembre 1972;
- le virtù eroiche del Servo di Dio Marcello Labor, Sacerdote diocesano; nato a Trieste (Italia) l’8 luglio 1890 ed ivi morto il 29 settembre 1954;
-le virtù eroiche della Serva di Dio Maria Antonia del Sacro Cuore di Gesù (al secolo: Rachele Lalia), Fondatrice della Congregazione delle Suore Domenicane Missionarie di San Sisto; nata a Misilmeri (Italia) il 20 maggio 1839 e morta a Ceglie Messapica (Italia) il 9 aprile 1914.
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I protomartiri del Laos
Saranno beatificati 15 tra missionari e catechisti locali. I vescovi sperano in un’unica celebrazione con Borzaga e Thoj Xyooj, già riconosciuti, da tenersi nel piccolo paese del Sudest asiatico
di Paolo Affatato
Roma
Si avvera un sogno per la piccola Chiesa del Laos. Una speranza diventa realtà. Dopo il riconoscimento del martirio del missionario Mario Borzaga e del primo catechista locale, Paolo Thoj Xyooj, uccisi in odium fidei nel 1960, la Santa Sede ha approvato il martirio del primo sacerdote laotiano, Giuseppe ThaoTien, e di altri 14 compagni: dieci sono missionari appartenenti a due ordini religiosi che hanno operato nel piccolo pese del Sudest asiatico, la Società delle Missioni Estere di Parigi (MEP) e la Congregazione dei Missionari Oblati di Maria Vergine Immacolata (OMI), a cui appartiene anche Borzaga. Vi sono poi quattro laici catechisti indigeni. I quindici nuovi martiri sono stati uccisi tra il 1954 e il 1970 dai guerriglieri comunisti Pathet Lao.
Il processo, promosso dai vescovi del Laos, è stato affidato alla diocesi di Nantes, da cui proveniva uno dei missionari, Jean-Baptiste Malo. Il Postulatore della causa, appena conclusasi con buon esito, è stato Roland Jaques, OMI.
Oltre a Giuseppe Tien, sacerdote diocesano e primo martire laotiano in assoluto, ucciso nel 1954, ci sono cinque preti missionari francesi del MEP: Jean-Baptiste Malo, René Dubroux, Noël Tenaud, Marcel Denis, Lucien Galan, morti tra il 1954 e il 1968. Altri cinque sono degli OMI, anch'essi francesi, uccisi tra il 1961 e il 1969: Louis Leroy, Michel Coquelet, Vincent L’Hénoret, Jean Wauthier, Joseph Boissel.
In particolare, a dare onore e speranza alla Chiesa laotiana sono i martiri indigeni: Thomas Khampheuane, Joseph Outhay (nato in Thailandia), Luc Sy, Maisam Pho Inpeng, che hanno perso la vita nell'ultima ondata di persecuzione, intorno al 1970.
Era stato il vescovo Marie Ling Mangkhanekhoun, Vicario apostolico di Paksé, responsabile dell’Ufficio dei martiri nella Conferenza episcopale di Laos e Cambogia (Celac) ad esprimere l’auspicio di un’unica celebrazione di beatificazione. All’indomani del riconoscimento del martirio di Borzaga e Thoj Xyooj, Ling ha detto all’agenzia vaticana Fides di «voler celebrare i 17 martiri tutti insieme, in una messa che sarà grande testimonianza cristiana per la Chiesa in Laos», aggiungendo il desiderio di tenerla sul suolo nazionale.
La maggior parte di martiri appartiene al vicariato di Luang Prabang, guidato da Tito Banchong Thopayong, vescovo 68enne che ha conosciuto Mario Borzaga e diversi altri. Banchong ha verificato, con ricerche personali, la dinamica dell’omicidio di Borzaga e Thoj Xyooj, gettati in una fossa mai identificata con precisione.
Oggi il suo motto è il passo evangelico «se il chicco di grano non muore non porta frutto: se invece muore produce molto frutto», che indica la prospettiva giusta con cui guardare la vicenda dei martiri laotiani. Non una rivendicazione per accusare il regime comunista, ma lo sguardo di fede che ne celebra la vittoria sulla morte e sull’ingiustizia.
Era questa la prospettiva che essi vivevano. Nel 1953 quando i militanti comunisti avevano invaso l’area di Sam Neua, molti missionari per sicurezza, fuggirono. Giuseppe Tien Thao, giovane sacerdote laotiano ordinato nel 1949, decise altrimenti: «Resto tra la mia gente. Sono pronto a dare la mia vita per i miei fratelli e sorelle», disse. Catturato, un anno dopo fu condannato a morte e fucilato, dopo aver rifiutato di rinunciare al sacerdozio.
Gli annali ricordano la gioia e con cui gli stessi missionari accolsero le istruzioni diramate dalla Santa Sede che nel 1959, in piena espansione dei guerriglieri, concedeva a sacerdoti e religiosi «di restare nel paese finchè non fossero stati espulsi». Per Jean-Baptist Malo e René Dubroux questa scelta significò la morte nei campi di prigionia.
Nel 1961 Louis Leroy, Michel Coquelet e Vincent L’Hénoret vennero strappati dalle loro stazioni missionarie e messi a morte senza pietà. Stessa sorte per Noel Tenaud e il suo fedele catechista Outhay, presi e subito uccisi. Uno dei loro confratelli ha scritto: «Sono stati missionari lodevoli, pronto per qualsiasi tipo di sacrificio. Vivevano in condizioni di povertà assoluta, desiderando dare la vita totalmente a Cristo. Visitavano i villaggi per prendersi cura dei malati e per annunciare la Buona Novella di Gesù».
Molti ricordano ancora John Wauthier, infaticabile apostolo dei rifugiati, Lucien Galan, che aveva iniziato la sua esperienza missionaria in Cina, e Joseph Boissel, ucciso in un un’imboscata mentre si stava recando a visitare la piccola comunità cristiana in una zona isolata.
Colpevoli dello stesso «reato», quello di muoversi per visitare i catecumeni, i laici Luca Sy, giovane catechista e padre di tre figli, e Maisam Pho Inpeng, inviati in un villaggio dove gli abitanti da tempo chiedevano un supporto pastorale. Sulla via del ritorno, una raffica di proiettili ha messo fine al loro slancio missionario.
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Ecumenismo: Papa Francesco parla ai Valdesi
Monumento di Pietro Valdo a Worm |
Dal discorso di Papa Francesco ai Valdesi:
L’unità che è frutto dello Spirito Santo non significa uniformità. I fratelli infatti sono accomunati da una stessa origine ma non sono identici tra di loro. Ciò è ben chiaro nel Nuovo Testamento, dove, pur essendo chiamati fratelli tutti coloro che condividevano la stessafede in Gesù Cristo, si intuisce che non tutte le comunità cristiane, di cui essi erano parte, avevano lo stesso stile, né un’identica organizzazione interna. Addirittura, all’interno della stessa piccola comunità si potevano scorgere diversi carismi (cfr 1 Cor 12-14) e perfino nell’annuncio del Vangelo vi erano diversità e talora contrasti (cfr At 15,36-40). Purtroppo, è successo e continua ad accadere che i fratelli non accettino la loro diversità e finiscano per farsi la guerra l’uno contro l’altro. Riflettendo sulla storia delle nostre relazioni, non possiamo che rattristarci di fronte alle contese e alle violenze commesse in nome della propria fede, e chiedo al Signore che ci dia la grazia di riconoscerci tutti peccatori e di saperci perdonare gli uni gli altri. È per iniziativa di Dio, il quale non si rassegna mai di fronte al peccato dell’uomo, che si aprono nuove strade per vivere la nostra fraternità, e a questo non possiamo sottrarci. Da parte della Chiesa Cattolica vi chiedo perdono. Vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!
Perciò siamo profondamente grati al Signore nel constatare che le relazioni tra cattolici e valdesi oggi sono sempre più fondate sul mutuo rispetto e sulla carità fraterna. Non sono poche le occasioni che hanno contribuito a rendere più saldi tali rapporti. Penso, solo per citare alcuni esempi – anche il reverendo Bernardini lo ha fatto – alla collaborazione per la pubblicazione in italiano di una traduzione interconfessionale della Bibbia, alle intese pastorali per la celebrazione del matrimonio e, più recentemente, alla redazione di un appello congiunto contro la violenza alle donne. Tra i molti contatti cordiali in diversi contesti locali, dove si condividono la preghiera e lo studio delle Scritture, vorrei ricordare lo scambio ecumenico di doni compiuto, in occasione della Pasqua, a Pinerolo, dalla Chiesa valdese di Pinerolo e dalla Diocesi. La Chiesa valdese ha offerto ai cattolici il vino per la celebrazione della Veglia di Pasqua e la Diocesi cattolica ha offerto ai fratelli valdesi il pane per la Santa Cena della Domenica di Pasqua. Si tratta di un gesto fra le due Chiese che va ben oltre la semplice cortesia e che fa pregustare, per certi versi – pregustare, per certi versi - quell’unità della mensa eucaristica alla quale aneliamo.
Incoraggiati da questi passi, siamo chiamati a continuare a camminare insieme. Un ambito nel quale si aprono ampie possibilità di collaborazione tra valdesi e cattolici è quello dell’evangelizzazione. Consapevoli che il Signore ci ha preceduti e sempre ci precede nell’amore (cfr 1 Gv 4,10), andiamo insieme incontro agli uomini e alle donne di oggi, che a volte sembrano così distratti e indifferenti, per trasmettere loro il cuore del Vangelo ossia «la bellezza dell’amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto» (Esort. ap. Evangelii gaudium, 36). Un altro ambito in cui possiamo lavorare sempre di più uniti è quello del servizio all’umanità che soffre, ai poveri, agli ammalati, ai migranti. Grazie per quello che Lei ha detto sui migranti. Dall’opera liberatrice della grazia in ciascuno di noi deriva l’esigenza di testimoniare il volto misericordioso di Dio che si prende cura di tutti e, in particolare, di chi si trova nel bisogno. La scelta dei poveri, degli ultimi, di coloro che la società esclude, ci avvicina al cuore stesso di Dio, che si è fatto povero per arricchirci con la sua povertà (cfr 2 Cor 8,9), e, di conseguenza, ci avvicina di piùgli uni agli altri. Le differenze su importanti questioni antropologiche ed etiche, che continuano ad esistere tra cattolici e valdesi, non ci impediscano di trovare forme di collaborazione in questi ed altri campi. Se camminiamo insieme, il Signore ci aiuta a vivere quella comunione che precede ogni contrasto.
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Iddio mette il suo amore!
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Venerdì della XII settimana del Tempo Ordinario (Anno dispari)
«Quanto a Sarài tua moglie, non la chiamerai più Sarài, ma Sara. Io la benedirò e anche da lei ti darò un figlio; la benedirò e diventerà nazioni, e re di popoli nasceranno da lei».
Il Signore può!
Può dare un figlio ad un uomo di 100 anni, e rendere feconda una donna di 99 anni.
Dio può!
Il Signore può liberare dalla malattia un uomo ammalato, mondare un lebbroso, perché in questo gesti Egli mostra la sua alleanza.
Cosa può l’uomo?
Come Abramo fidarsi di Dio. Come il lebbroso fidarsi dell’onnipotenza di Gesù: sapendo che se Egli vuole, può!
Cosa può fare l’uomo?
Come affermava San Josèmaria vivere una vita feconda, luminosa. Diceva il santo sacerdote fondatore dell’Opus Dei:
«Che la tua vita non sia una vita sterile. Sii utile. Lascia traccia. Illumina con la fiamma della tua fede e del tuo amore (...). E incendia tutti i cammini della terra con il fuoco di Cristo che porti nel cuore».(San Josemaría)
Ed ancora:
“La santità è intessuta di eroismi. Pertanto, nel lavoro ci si chiede l'eroismo di «portare a compimento» i lavori che ci spettano, giorno dopo giorno”. (San Josemaría)
La nostra fede sia intessuta di eroismi di fiducia e di amore in Cristo.Amen
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Sangue di Cristo, abbi pietà di noi!
San Gaspare del Bufalo Apostolo del Prezioso Sangue Chiesa di Santa Maria in Trivio (Roma) |
O piaghe, o Sangue prezioso del mio Signore, che io ti benedica in eterno.
O amore del mio Signore divenuto piagato ! Quanto siamo lontani dalla conformità alla tua vita.
O Sangue di Gesù Cristo, balsamo delle nostre anime, sorgente di ogni misericordia, fa che la mia lingua imporporata di sangue nella quotidiana celebrazione della Messa, ti benedica adesso e sempre.
O Signore, chi non ti amerà ? Chi non arderà di affetto verso di te ?
Le tue piaghe, il tuo Sangue, le spine, la Croce: il Divin Sangue in particolare, versato fino all’ultima stilla, con quale voce eloquente grida al mio povero mio cuore !
Le tue piaghe, il tuo Sangue, le spine, la Croce: il Divin Sangue in particolare, versato fino all’ultima stilla, con quale voce eloquente grida al mio povero mio cuore !
Poiché tu agonizzasti e moristi per me e per salvarmi, io darò se occorre, anche la vita, perché giunga al possesso beato del cielo.
O Gesù, sei stato fatto per noi redenzione.
Dal tuo costato aperto, arca di salute, fornace di carità, uscì sangue ed acqua a ricordo del bene dei sacramenti e della tenerezza del tuo amore, o Cristo, che ci hai amato e lavato nel tuo Sangue!
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Stella Maris, ora pro nobis!
Immagine della Vergine |
Anche sulle origini di questa Chiesetta, così come per lo sbarco di Re Gioacchino Murat alla Marina di Pizzo si racconta di una violenta tempesta di mare. Verso la fine del seicento, un veliero navigava nel Golfo di Sant’Eufemia. Improvvisamente il cielo si oscurò e il mare si fece burrascoso. I marinai, tutti di Torre del Greco, fecero voto a Maria SS. di Piedigrotta il cui quadro si trovava nella cabina del comandante, di erigere
una cappella votiva nel punto ove avrebbero toccato terra in caso di salvezza.
Madonna di Piedigrotta Santuario di Napoli |
La nave, pur lottando tenacemente contro la furia dei marosi, venne scaraventata contro la roccia e andò in pezzi. Fra tutto quello sfasciume di
legname, di vele e di cordame una sola cosa era andata ad appoggiarsi intatta sulla spiaggia: il quadro della Madonna. I marinai, tenendo fede alla promessa fatta scavarono nella roccia una buca e vi depositarono la sacra
immagine ripromettendosi di ritornare ed erigere, come promesso, una cappella votiva.
I pescatori locali, temendo che il posto fosse troppo esposto ai marosi, prelevarono il quadro e lo depositarono in una grotta poco distante, ma meno esposta alle intemperie, edificando anche un piccolo altare.
Un mattino, però, dopo una violenta burrasca notturna, il quadro non venne ritrovato al suo posto: il mare aveva invaso la grotta e si era portato via l’immagine sacra rinvenuta dopo pochi giorni nello stesso luogo ove fu trovata la prima volta.
I pescatori decisero, pertanto, di scavare nella roccia, ove toccò terra la prima volta, una grotta con un piccolo altare ove fu posto il quadro della Madonna. Successivamente fu eretta anche una piccola torre e vi fu posta la campana di bordo della nave, datata 1632.
Per circa duecento anni la Chiesetta di Piedigrotta fu questa. Tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, Angelo Barone affascinato dai racconti che i pescatori del piccolo borgo di Piedigrotta facevano sull’accaduto, sentì dentro l’animò che doveva fare qualcosa per onorare degnamente quell’avvenimento eccezionale. Una Chiesa! Doveva costruire una chiesa perché vi si venerasse quel quadro. Così nacque il luogo meraviglioso che ora potete ammirare.
La festa è il 2 luglio.
Un’ antica leggenda riferisce così le origini della chiesa di S. Maria di Piedigrotta: la Vergine apparve, alla vigilia dell’8 settembre 1353 rispettivamente a un monaco benedettino, a Maria di Durazzo, monaca di nobili origini, e a un tal Pietro eremita imponendo loro di costruire una chiesa ai piedi della grotta. E si vuole che, proprio durante i lavori di scavo per le fondamenta, sia stata trovata lo statua lignea raffigurante la Madonna col Bambino.
Una seconda leggenda, quella della “scarpetta della Madonna”, narra che quando il mare giungeva alle porte della chiesa, in una notte di burrasca, in settembre, il sagrestano Bernardino trovò il trono della Vergine vuoto. Mentre cercava aiuto, avendo pensato a un furto, vide la Madonna che tornava con il mantello bagnato. Ella gli disse di essere andata a soccorrere alcuni marinai che avevano invocato il suo aiuto. Nel togliersi la sabbia dalle scarpe, ne dimenticò una sulla soglia della chiesa, dove la ritrovò l’abate sopraggiunto.
In realtà sia i pescatori che i marinai sono soliti affidarsi alla Madonna di Piedigrotta e ringraziarla quando tornano a terra.
Una seconda leggenda, quella della “scarpetta della Madonna”, narra che quando il mare giungeva alle porte della chiesa, in una notte di burrasca, in settembre, il sagrestano Bernardino trovò il trono della Vergine vuoto. Mentre cercava aiuto, avendo pensato a un furto, vide la Madonna che tornava con il mantello bagnato. Ella gli disse di essere andata a soccorrere alcuni marinai che avevano invocato il suo aiuto. Nel togliersi la sabbia dalle scarpe, ne dimenticò una sulla soglia della chiesa, dove la ritrovò l’abate sopraggiunto.
In realtà sia i pescatori che i marinai sono soliti affidarsi alla Madonna di Piedigrotta e ringraziarla quando tornano a terra.
(fonte: Santuario di Piedigrotta)
La Grotta a Pizzo fonte |
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La "Maria Goretti" di Macerata
Madonna della Misericordia Macerata |
Anna
Le truppe francesi il 5 luglio 1799, attraverso Porta Romano, come un “torrente di furibondi soldati, quali affamati leoni, si precipita dentro l’abbattuta città. Si tempestano colle fucilate le finestre e le porte delle abitazioni, e chiunque si mostra per le strade e le piazze viene ucciso. Atterrano a colpi di cannone la statua di San Giuliano esposta sulla piazza, e i frantumi danno alle fiamme; appiccano il fuoco alle case … scaricano un cannone a mitraia e sparano molte fucilate contro la chiesa della Misericordia e 14 individui di un popolo inerme, atterrito, che imploravano presso gli altari, cadono spenti … l’onestà delle vergini, delle spose, delle matrone, delle consacrate nei chiostri e perfino le vecchie viene lacerata col più sozzo e crudele abbrutimento. Tutto si pone a ferro e fuoco; si atterrano le porte delle chiese, si rapiscono i vasi sacri, i scari paramenti … si fracassano con il calcio di fucile i cibori, si spargono per terra e si calpestano le sacrosante particole …”. La giovane Anna per aver tentato di difendersi, viene trucidata selvaggiamente: “aveva mancante il mento e le mandibole e non si ravvisava in alcun modo la lingue, e parea che le avessero pestato la faccia, o sbalzate vie le suddette parti con il moschetto. Faceva raccapriccio. Il rimanete lo ricoperse la modestia di chi si avvide il primo di tale strage mossa dalla dissolutezza”.
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XIV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (ANNO B)
«Figlio dell’uomo, io ti mando … a una razza di ribelli, … Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascoltino – dal momento che sono una genìa di ribelli –, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro».(Ez 2)
Sapranno …non ha la pretesa - il Signore - di fare i conti subito!
Il cristiano nel mondo – come il suo Signore - è presenza, non è esattore, ma è profezia di una Presenza.
Il cristiano nel mondo cammina con gli occhi rivolti al Signore.
Solo con lo sguardo in Dio ci si può trasfigurare in Colui che si contempla per poi essere una Presenza.
Solo con lo sguardo in Dio si può essere profezia che attende, senza la pretesa di fare i conti, ma essere in mezzo agli uomini come una profezia del Regno!
Profezia? Ma cosa è profezia?
La piccolezza e l’umiltà di essere segno del Regno, questa è già profezia.
Perché il cristiano-profezia sa che « basta la grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Quante volte invece il cristiano ha cercato di essere segno del Regno, profezia, senza piccolezza e senza umiltà.
Quante volte in questa ricerca di presenza senza umiltà e piccolezza, rischiamo di non essere presenza.
L’Apostolo Paoloraggiunge questa consapevolezza quando dice:
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo.
Dimori in me la potenza di Cristo.
Il cristiano è profezia quando dimorain lui Cristo.
Mi piace ridire questo con una affermazione del Venerabile Giuseppe Michele Ghezzi:
Il Sacratissimo Cuore di Gesù si degni di svuotare
il mio cuore dell’amore disordinato di me stesso,
perché solo nei cuori vuoti di amor proprio
Iddio mette il suo amore.
Ecco la via della profezia.
Pensate a Madre Teresa, a Don Tonino Bello, a fratel Ettore, ed ai tanti sconosciuti dal cuore svuotato e riordinato, ma traboccante dell’amore di Cristo. Ecco la profezia per il Regno!
Da qui nasce lo stupore che deve stupirci per stupire!
«Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani?
Solo in questo stupirci della propria debolezzache il cristiano diventa profezia, segno del Regno in questo tempo. Senza altra pretesa, solo di essere presenza.
Certo, non faremo miracoli, nemmeno pochi, come Gesù a Nazareth, ci meravigliamo dell’incredulità del tempo, degli uomini, dei nostri cari, ma non scomponiamoci, non perdiamoci d’animo, ma come Gesù, cerchiamo di piacere al Padre, con umiltà e piccolezza.
Concludo con le parole di San Gaspare del Bufalo in Mese dedicato al Prezioso Sangue:
O Sangue di Gesù Cristo, balsamo delle nostre anime, sorgente di ogni misericordia, fa che la mia lingua imporporata di sangue nella quotidiana celebrazione della Messa, ti benedica adesso e sempre.Amen.
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