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La presenza a Belvedere di "questo" San Valentino Martire

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Buona sera

Leggendo l’articolo di Maria Teresa Improta su calabria7.it

Ringrazio perché ho trovato dopo molti anni i dati storici della presenza a Belvedere di questo San Valentino Martire.

La questione invece di chi sia, è tutto a dire. Un nome non fa una storia.

Vi riporto per semplificare due testi:

Valentino, presbitero, santo, martire di Roma, ricordato dagli itinerari del VII secolo in una basilica sopraterra al II miglio della via Flaminia, dove oggi è il viale Pilsudski, edificata da Giulio I (336-352) sul luogo della sepoltura. Venne ricostruita da Onorio I (625-638), ampliata da Benedetto II (684-685) ed ebbe un monastero annesso al tempo di Niccolò II (1059-1061). Nel XIII secolo S. Valentino, molto probabilmente, fu portato a S. Prassede nell’Oratorio di S. Zenone. Qui le reliquie di Zenone e Valentino erano in un’arca marmorea dalla quale vennero rimosse nel 1699. Il presbitero Valentino viene indicato dal De Locis come fratello di S. Zenone. Il Diario Romano (1926) ricorda l’esposizione delle reliquie nell’attigua cappella della Colonna. Nella cappella dedicata a S. Nicola da Tolentino a S. Agostino in Campo Marzio sono visibili, presso l’altare, parte delle spoglie di un presbitero di nome Valentino.
M.R.: 14 febbraio - A Roma, sulla via Flaminia, il natale di san Valentino, Prete e Martire, il quale, glorioso per guarigioni e dottrina, fu percosso con bastoni e decapitato sotto Claudio Cesare.

[ Tratto dall'opera «Reliquie Insigni e "Corpi Santi" a Roma» di Giovanni Sicari ]

Leggendo il testo si può capire che non ha nulla a che vedere con la catacomba di Cipriano da cui proviene la presenza di Belvedere. Anche se rimane un mistero quel sia la catacomba di Cipriano. Quindi si deduce che non è San Valentino prete e martire venerato in molti luoghi (senza presenza di corpo) come patrono degli innamorati, ma solo un omonimo tra i tantissimi (ad Udine e Monselice ci sono due corpi venerati come patroni degli innamorati e il 14 febbraio viene data anche la folkloristica chiavetta di metallo, che in origine è legata al culto del santo contro l’epilessia).

In più la festa del patrono degli innamorati è un patronato successivo al culto del santo martire. Si legga:

Il legame tra San Valentino e gli innamorati è legato alla tradizione anglosassone medievale, secondo la quale gli uccelli iniziano a nidificare il 14 febbraio risvegliandosi alla vita e al santo di quel giorno sarebbe toccata la protezione appunto degli innamorati. "San Valentino, la primavera è vicino" recita uno dei detti popolari e leggende e curiosità sono prolificate su questo santo, la cui storia è un po' confusa per la presenza di due santi con lo stesso nome vissuti nello stesso periodo e morti entrambi martiri a Roma.

Valentino, era sacerdote a Roma e amico dell'imperatore Claudio il Gotico. Accusato pubblicamente, venne arrestato e interrogato dallo stesso imperatore, che colpito dalla predicazione del santo, lo lodò pubblicamente per la saggezza della sua dottrina. Venne quindi messo agli arresti domiciliari nella casa del prefetto Asterio, dove restituì la vista alla figlia del suo ospite, della quale si innamorò platonicamente, ma volle tener fede al suo ministero. Valentino convertì l'intera famiglia del prefetto e per questo motivo fu condannato a morte. Prima di morire scrisse una lettera alla ragazza che consegnò al padre di lei. Il 14 febbraio 286 fu condotto sulla via Flaminia, dove fu prima percosso con i bastoni e quindi decapitato.

Valentino era vescovo di Terni e si recò a Roma per guarire un ammalato. Durante il suo soggiorno romano convertì il rinomato filosofo Cratone e tre suoi giovani discepoli ateniesi, esponendosi con il suo zelo alla facile delazione dei pagani. Il vescovo venne tradotto in tribunale e condannato alla decapitazione, che avvenne nell'anno 273. I tre giovani neoconvertiti ne trasportarono allora il corpo a Terni dove fu sepolto dalla sua comunità cristiana e di cui è patrono. A lui facevano ricorso le giovani coppie che volevano far pace.

(Libri: San Valentino di Terni Storia, tradizione, devozione - M. Schöpflin L. Seren - Edizioni OCD)

Detto ciò la presenza di Belvedere è solo un omonimo, e siccome tale, patrono degli innamorati. Andrebbe purificata la tradizione, se si vuole essere testimoni della Verità.


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