Nacque a Castel della Pieve nella seconda metà del sec. XIII. Studiò diritto a Siena, ove conobbe i Servi di Maria e collaborò con loro nel servizio presso l’ospedale di Santa Maria della Scala. Tornato in patria e ordinato sacerdote, si fece carico, donando anche tutti i suoi beni, di un ospedale fatiscente fuori porta del Vecciano, ove prese ad assistere con amore i più diseredati. L’ospedale però, sottoposto alla giurisdizione del vescovo di Chiusi che esigeva pesanti censi annui, decadde e il giovane sacerdote rivendicò in tre diversi gradi di giudizio la libertà e l’autonomia dell’istituzione. La vicenda va inquadrata nel contesto delle lotte per l’autonomia tra Chiusi, il dipendente Castel della Pieve e Perugia. Dopo un colloquio chiarificatore con il vescovo di Chiusi, sulla via del ritorno il sacerdote fu assalito da sicari e ucciso: era il 15 gennaio 1304. Il suo corpo, ritrovato casualmente da pastori e conteso tra Chiusi e Castel della Pieve, fu affidato – dice la leggenda – ad un carro di buoi, che si diressero a Castel della Pieve, mostrando così anche l’avallo del “cielo” alla volontà di autonomia della cittadina subalterna. Passando per Castel della Pieve, papa Benedetto XI, che fuggiva da Roma in preda alle fazioni per ritirarsi nella più quieta Perugia, sentendo narrare la triste storia di Giacomo Villa, lo definì il “santo elemosiniere”. Questo appellativo, dato da un papa poi proclamato beato, parve una sorta di beatificazione equipollente, che spinse i pievesi ad onorare ancor più il loro eroe. S’ebbe anche una “elevazione” delle sue spoglie, che nel 1687, essendo fatiscente l’oratorio del Vecciano, furono trasferite in cattedrale, per essere poi, l’11 luglio 1717, riportate nella nuova chiesa e deposte in un’urna sopra l’altar maggiore. Nel 1807 fu riconosciuta la legittimità del culto ab immemorabilie si concesse alla città l’ufficiatura richiesta, che fu estesa successivamente anche ai Servi di Maria e ai Frati Minori, appartenendo Giacomo Villa contemporaneamente ai due Terz’Ordini. Conosciuto e onorato come “martire della giustizia”, per due volte è stato proposto come patrono degli avvocati d’Italia. Il Martirologio Romano lo ricorda con le parole: “A Città della Pieve in Umbria beato Giacomo, detto l’Elemosiniere, che, giurisperito, si fece avvocato dei poveri e degli oppressi”.