Si racconta che Sant’Urio era un prete custode della basilica dei santi Dodici Apostoli a Costantinopoli, che, aiutato da Grusillo, avrebbe sottratto di nascosto i corpi di San Luca e quello di San Mattia senza testa, per impedire la profanazione di tali reliquie.
Infatti, con il governo di Costantino V (741-775) tali reliquie prima di essere disperse e o distrutte furono nascoste da Urio, che s’imbarcò con il prezioso tesoro, alla volta dell’Occidente per approdare in veneto. Sant’Urio depose i corpi santi e un’immagine della Madonna nella basilica si Santa Giustina di Padova.
Il nome di Urio compare per la prima volta in un’epigrafe, composta da Albertino Mussato per il fratello Gualpertino nominato abate di Santa Giustina da Bonifacio VIII. Tale abate aveva costruito una cappella inaugurata alla presenza di numerosi vescovi dove venne riposto il corpo di san Luca.
Le ulteriori testimonianze su Sant’Urio si trovano in alcuni sermoni e in alcune cronache sulla traslazione del corpo di San Luca e in alcune scene degli affreschi del 1436 nella cappella di San Luca.
Sant’Urio venne sepolto a Santa Giustina dove aveva trascorso il resto della sua vita.
Il suo corpo sepolto insieme ad altri corpi di santi, dopo la sua primitiva tomba del 1502, venne traslato nella nuova basilica e deposto nell’arca del XV secolo nella quale erano stati deposti i resti di San Mattia. Tale traslazione avvenne il giorno 14 marzo 1562.
Nel 1682 venne collocata sulla sua tomba un’iscrizione latina che ne celebrava la sua santità.
Sant’Urio dai padovani fu sempre ritenuto santo per la sua opera di pietà compiuta dei confronti dei due corpi degli Apostoli.
Non risulta il suo iscritto nel Martirologio e nella Basilica di Santa Giustina il santo viene ricordato nel giorno della sua traslazione il 14 marzo. (FONTE)