I Santi Crisanto e Daria da oltre un millennio sono venerati patroni della Città di Reggio Emilia.
La loro memoria è presente nei più antichi Martirologi della Chiesa di Oriente e di Occidente e il loro culto si è diffuso in tutta la cristianità fin dai primi secoli: lo testimoniano le raffigurazioni dei due santi Martiri nei mosaici di Sant’Apollinare a Ravenna. Nel Martirologio Romano pubblicato nel 2001 a norma della Costituzione del Concilio Ecumenico Vaticano II sulla sacra Liturgia, così si apre l’elenco dei Santi ricordati dalla Chiesa il 25 ottobre: «a Roma nel cimitero di Trasóne sulla via Salaria nuova, santi Crisanto e Daria, martiri, lodati dal papa san Damaso».
I loro resti, unitamente a quelli dei martiri Diodoro e Mariano, traslati da Stefano VI nella basilica dei Ss. XII Apostoli, sono nel pozzo della nuova confessione dal 22 aprile 1879. Le reliquie venivano esposte all’altare maggiore il 1 di maggio. La tomba di Crisanto e Daria è indicata, sia negli Itinerari del VII secolo sia nel Liber Pontificalis, in una basilichetta del Cimitero di Trasone sulla Via Salaria Nuova.
Secondo la tradizione parte dei loro restiè custodita anche a S. Silvestro, a S. Prassede, al Laterano e a S. Paolo f.l.m. che vanta, inoltre, il possesso delle loro teste. Dal Sancta Sanctorum furono, secondo la leggenda, traslate nel 915 al monastero di Munstereiffel e da qui, nel 947, trasferite nel Duomo di Reggio Emilia ad opera del vescovo Adelardo.
Il loro culto di diffuse rapidamente nella Città di Reggio al punto che furono dichiarati Patroni, assieme a S. Prospero, con il quale compaiono nel gonfalone della stessa Città.
Secondo l’iconografia tradizionale che li vuole rivestiti di abiti bianchi secolari, Crisanto e Daria erano cristiani, e cristiani laici vissuti nel III secolo, convertiti al cristianesimo ricevendone il Battesimo e accomunati dalla testimonianza al Vangelo fino al Martirio (si suppone nell’anno 283).
Altre città vantano il possesso di loro reliquie: Oria, Salisburgo, Vienna e Napoli.
Nascosta nel castello di Oria, la Cripta dei Santi Crisante e Daria è un raro esempio di chiesa sotterranea urbana altomedievale interamente conservata.
È una scalinata che si apre nel cortile del superbo castello svevo di Oria a consentire l’accesso all’affascinante Cripta dei Santi Crisante e Daria, piccola chiesa ipogea d’epoca altomedievale.
La cripta, riportata alla luce nel 1822, è stata verosimilmente fondata dal vescovo Teodosio per ospitare le reliquie dei santi Crisante e Daria, ricevute in dono da Papa Stefano V.
Come si può comprendere ci sono un po' di incongruenze storichetra le tradizioni locali, solo Iddio sa la verità, ciò che conta che la testimonianza di fede dei Santi Crisante e Daria sia da custodia della fede di coloro che visitano con fede questi luoghi per rinsaldare il loro rapporto con il Signore Gesù.