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Mercoledì della V settimana di Pasqua

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Il racconto del libro degli Atti delinea un’altra pagina della Chiesa del I secolo: è il così detto primo concilio ecumenico di Gerusalemme.
Qui la Chiesa prese delle scelte importanti, passo da essere comunità giudeo-cristiana ad essere comunità cristiana, sancendo un netto taglio nelle pratiche giudaiche e aprendosi totalmente all’annuncio del Vangelo ai non giudei, cioè i pagani. Paolo e Barnaba “riferirono quali grandi cose Dio aveva compiuto per mezzo loro”.
Due riflessione: qui emerge la ricerca di una grande comunione nell’operare, senza andare oltre la Chiesa. Quanti cristiani, anche praticanti, vogliono sentire, vogliono ragionare sopra la Chiesa, sopra il comune sentire ecclesiale, sopra lo stesso pensiero del Vescovo e del Papa. In questo periodo va bene ai molti: perché il papa è Francesco, però non ha tutti. Per il Vescovo va bene a molti, compresi quelli di CL perché il vescovo è Scola. Ma ci furono periodi diversi sia nell’opinione sul papa e sul vescovo.

Preghiamo per il Sinodo dei Vescovi, perché nella comunione ecclesiale ci sia discernimento per accoglie e osservare con Verità gli insegnamenti di Gesù.

La comunione ecclesiale è bene raffigurata dalla simbologia evangelica:
“Io sono la vite vera e il Padre mio è l’agricoltore. … Io sono la vite, voi i tralci”

Una immagine bene chiara per dire la comunione ecclesiale, ma anche relazionale tra noi e il Signore.

“Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella vite, così neanche voi se non rimanete in me”
Quali frutto?
Io credo che l’unico frutto che deve produrre in discepolo sia l’amore per Dio e per il prossimo: guardando Gesù che ha ben amato il Padre e bene amato ogni uomo!

Ogni tanto però la Storia della Chiesa è disseminati da frutti speciali dell’amore divino.
Uno di questi è il martirio. Dice Gesù:
“Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici”.



I Santi Martiri del Messico sono una pagina gloriosa della vita della Chiesa del XX secolo: profeticamente raccontata nei terzo segreto di Fatima.
“Penitenza, Penitenza, Penitenza! E vedemmo in una luce immensa che è Dio: “qualcosa di simile a come si vedono le persone in uno specchio quando vi passano davanti” un Vescovo vestito di Bianco “abbiamo avuto il presentimento che fosse il Santo Padre”. Vari altri Vescovi, Sacerdoti, religiosi e religiose salire una montagna ripida, in cima alla quale c'era una grande Croce di tronchi grezzi come se fosse di sughero con la corteccia; il Santo Padre, prima di arrivarvi, attraversò una grande città mezza in rovina e mezzo tremulo con passo vacillante, afflitto di dolore e di pena, pregava per le anime dei cadaveri che incontrava nel suo cammino; giunto alla cima del monte, prostrato in ginocchio ai piedi della grande Croce venne ucciso da un gruppo di soldati che gli spararono vari colpi di arma da fuoco e frecce, e allo stesso modo morirono gli uni dopo gli altri i Vescovi Sacerdoti, religiosi e religiose e varie persone secolari, uomini e donne di varie classi e posizioni. Sotto i due bracci della Croce c'erano due Angeli ognuno con un innaffiatoio di cristallo nella mano, nei quali raccoglievano il sangue dei Martiri e con esso irrigavano le anime che si avvicinavano a Dio”.



Da sempre la Chiesa, ha raccolto il Sangue dei Martiri (pensate al Sangue di San Gennaro) e la testimonianza dei Martiri, in essi ha trovato sostegno per continuare con perseveranza il suo cammino di annuncio, di accoglienza nella Verità gli insegnamenti di Gesù.
Santi Marti del Messico, pregate per noi!
Concludo, con il grido dei SS. Martiri Messicano durante il martirio: Viva Cristo Re e Nostra Signora di Guadalupe! Amen.

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