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Madonna della Cella e dintorni vercellesi

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Le fonti documentarie attestano la presenza della Cella di Meoglio tra i possedimenti del Monastero di Lucedio. Secondo la tradizione nel 1001 San Bononio vi operò un miracolo. Con il termine "Cella" si indicava una piccola casa retta da un monaco sacerdote coadiuvato da frati conversi e coloni per la coltivazione dei campi.


Il santuario sorge sulle preesistenze dell'antico abitato di Meoglio, e alla chiesa della Cella si giunge mediante una strada di campagna che attraversa una zona boschiva, raggiungendo il grande prato che accoglie al centro la chiesa e il sagrato, affiancati dalle rovine dell'antico complesso monastico: da qui si diparte il percorso della Via Crucis. L'edificio è a navata unica ed è ha come tutte le chiese antiche l’abside ad este l’ingresso da ovest preceduto da un portico non voltato con tetto a padiglione. La chiesa è costituita da struttura muraria in pietra, fatta esclusione per il campanile in laterizio a vista. Gli interni sono decorati a motivi vegetali e simboli cristologici. Si venera un affresco seicentesco posto sull'altare maggiore raffigurante la Vergine Maria in Cielo Assunta con alcuni Santi, tra cui San Pietro e un Santo Vescovo o Abate (S. Bononio?), e benefattore.
Chi era S. Bononio?
Nasce a Bologna nella seconda metà del X secolo. Trascorre la giovinezza nella sua città e successivamente parte per l'oriente; decide di stabilirsi a Il Cairo per fare l'eremita. Qui Bononio si dedica a opere di carità a sostegno delle popolazione, con cui costruisce anche alcune chiese. Contribuisce alla liberazione del vescovo di Vercelli, Pietro, fatto prigioniero dagli arabi dopo la sconfitta subita da Ottone II a Stilo. Ritornato in patria il vescovo in segno di riconoscenza nomina Bononio - che nel frattempo si ritira sul Sinai - abate del monastero di Lucedio. Il santo risponde alla chiamata del vescovo e accetta il nuovo incarico. A Bononio si attribuiscono alcuni miracoli compiuti a Bologna, la sua città natale, dove fa tappa durante il viaggio verso Lucedio. Si ferma anche in Toscana, nel monastero di San Michele di Marturi nel territorio di Poggibonsi. A Lucedio, forte della sua profonda spiritualità, il santo ripristina la disciplina dei religiosi e si adopera per aiutare la popolazione locale. Bononio muore il 30 agosto del 1026; le sue reliquie si trovano nella chiesa di Fontanetto Po, in provincia di Vercelli. È canonizzato da papa Giovanni XIX.
Un piccolo viaggio-pellegrinaggio tra fede e arte potrebbe essere:
Santhià (VC), con la bella chiesa di S. Agata, dove fu battezzato S. Ignazio di Santhià
Tronzano Vercellese (VC), nella cui chiesa parrocchiale è custodita la memoria e le reliquie del beato Giacomo Abbondo, parroco, beatificato l’11 giugno 2016 a Vercelli.
Fontanetto Po (VC), nella cui parrocchiale è custodita la memoria e le reliquie dell’abate San Bononio di Lucedio.
Borgo d'Ale (VC), nel cui comune è il Santuario della Madonna della Cella.
Ed ecco, gli si presentò un angelo del Signore e una luce sfolgorò nella cella. Egli toccò il fianco di Pietro, lo destò e disse: «Àlzati, in fretta!». E le catene gli caddero dalle mani. (At 12,7)

tra le FONTI

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